Poesia: Nonno Gì

Sulla sponda a me opposta, del lago Cecita*,
v'è un uomo che piange e maledice la vita,
e io rimirando, dell'acqua lo specchio,
sorrido e passeggio insieme al mio vecchio.
Nonno Gì non lo vede, ha perduto la vista,
ma sente il lamento che il cuor gli conquista
e severo mi chiama e con passo spedito
raggiunge quell'uomo piuttosto avvilito.
Urla: << Tutto ho perso in un batter d'occhio
e da opera d'arte la mia vita è scarabocchio>>.
Nonno Gì lo abbraccia e confida lui il segreto
per vivere sempre sereno e lieto:
<< È nel tempo che passa che siamo infelici
ma con quello che viene dobbiam essere amici
nel ricordo dei tempi che furon stupendi
recuperi forza e te la riprendi >>
mi richiamò e con passo pacato
va per andare oltre il selciato
io non esisto e quell'uomo attento
capisce che il nonno strozza il lamento
e la vita gli nega di vedersi sì solo
e, di mestiere, conforta chi piange sul molo.
Ora gli è chiaro ch'io son la gioia,
supervisore di questa storia
e per finire in allegra letizia
dono a voi tutti un'altra notizia:
ora quell'uomo, che piangeva sul molo,
aiuta il buon nonno a non sentirsi solo.
*Cecita: Importante lago dell'altopiano silano, in Calabria.

